A seguito della pandemia, molte materie prime hanno registrato un aumento progressivo e generalizzato dei costi di produzione e distribuzione. E negli ultimi mesi, anche a causa della guerra in Ucraina, hanno subito un’impennata ancora maggiore. Vediamo quali sono gli effetti della crisi.
Effetti della crisi
A parte l’impatto diretto sui prezzi e quindi l’effetto a monte sulla catena del valore, non sono ancora chiare le conseguenze sull’industria europea delle materie plastiche. Bisogna tenere in considerazione anche le esportazioni. Il conflitto influirà sulla catena di approvvigionamento e creerà squilibri di mercato. Altri temi da considerare sono la tenuta del rublo e dei trasporti, infatti i camion diretti e provenienti dalla Russia dovranno molto probabilmente cambiare percorso e prenderne uno più lungo, non potendo attraversare l’Ucraina. Altre conseguenze potrebbero riguardare la produzione petrolchimica dell’Europa occidentale con un aumento del prezzo del greggio e dei costi energetici.
Numerose aziende di molti i settori sono state costrette a rivedere i prezzi dei propri prodotti, annunciando rincari non indifferenti. In più, la concorrenza interna sta diminuendo i margini di guadagno soprattutto per le piccole e medie imprese. In questo scenario riuscire a fare un preventivo che metta in salvo i margini aziendali diventa sempre più difficile per qualsiasi imprenditore.
Fabio Corno (professore di Economia aziendale presso l’università Bicocca di Milano, commercialista e titolare dello Studio Corno di Lissone) ha osservato che la preventivazione è una attività decisamente complicata per le imprese. È necessario conoscere la composizione dei costi dei prodotti, per poi calcolare l’incidenza delle varie componenti di costo sui ricavi. In modo da correre ai ripari in caso di aumento, in modo mirato. Fondamentale è anche un confronto sano con il mercato e i concorrenti.